CHINATOWN

Chinatown a Milano è un quartiere che si trova nella zona tra Garibaldi e parco Sempione. Intorno al 1920 la comunità cinese ha iniziato a stanziarsi in questa zona diventando così una delle comunità più grandi della città di Milano. La presenza di questa cultura così contrapposta con quella italiana ha fatto in modo di far diventare questa una zona con caratteristiche particolari. Per le strade si possono notare vari ideogrammi e addobbi  che la rendono unica. Possiamo inoltre trovare qualsiasi tipo di negozio, la comunità cinese è specializzata in tecnologia infatti sono presenti molti negozi di telefonia e informatica, supermercati che vendono prodotti orientali e anche negozi che riguardano il benessere della persona.

Molto interessante è l’attenzione che gli abitanti hanno per il capodanno cinese, infatti ogni hanno per la via principale del quartiere, via Paolo Sarpi, si festeggia intorno all’inizio di febbraio il capodanno cinese. È una festa unica nel suo genere e di antiche tradizioni, infatti ci sono sfilate e parate, dove ragazzi, uomini e donne sfilano per la via con costumi tradizionali, accompagnati da dragoni, danze e rulli di tamburi che creano una bellissima atmosfera.

Nella zona è possibile trovare anche molti dei migliori ristoranti cinesi di Milano, che attirano diversi turisti, stranieri ma anche italiani, in cerca di nuovi sapori da sperimentare.

L’intesa che c’è tra questa comunità e quella italiana è molto affascinante, infatti sin da quando si è piccoli è possibile conoscere la nuova cultura e la tradizione grazie alla complicità che anche alle scuole elementari del quartiere si crea tra i ragazzi. Infine il quartiere è attrezzato con scuole per l’insegnamento dell’italiano o viceversa per il cinese per chi volesse apprendere una nuova lingua a cui si è molto vicini per chi, come me, vive a Chinatown.

Beatrice Volpi 4’LL

Riflessioni sul gioco del calcio

Il calcio è una delle mie più grandi passioni. Mi piace praticarlo, in quanto gioco in una squadra come attaccante, ma anche guardarlo. Sono nato infatti interista, in una famiglia di interisti da generazioni. Io gioco a calcio sin da quando sono piccolo. La palla è sempre stata uno dei miei giochi preferiti. Amavo giocare con mio fratello, con mio papà, con i miei amici, sia a casa che all’aperto. Il calcio è uno sport molto aggregante. Ovunque ti trovi, basta una palla per divertirsi e creare un gruppo. Il calcio è lo sport nazionale, in Italia è molto sentito e a Milano in particolare, vissuto sull’eterna rivalità tra Inter e Milan. Purtroppo però intorno al calcio girano notevoli interessi economici che spesso allontanano dallo spirito sportivo, dalla passione e dal divertimento. Una conferma di ciò si può vedere da come è stata gestita la temporanea sospensione e la successiva ripresa dei campionati sia italiani che internazionali in questo difficile e drammatico momento segnato dalla presenza del COVID-19: le partite non sono state sospese per l’emergenza nazionale ma hanno continuato ad essere giocate a stadi vuoti, cosa secondo me molto triste. Il calcio, come lo sport in generale, per me è fonte di insegnamento, sia per lo spirito di competizione e di conseguente miglioramento personale sia come trasmissioni di valori come il rispetto per l’avversario, la disciplina e la serietà e l’impegno. Un problema però che emerge nel mondo calcistico, sia a livello professionistico che a livello amatoriale e sia a livello nazionale che a livello internazionale, è il razzismo e ciò risulta evidente in da alcuni cori e striscioni che mirano colpire i giocatori per il colore della loro pelle. Talvolta invece si antepone l’aspetto prettamente agonistico e competitivo a valori basilari e ideali che lo sport dovrebbe tutelare, aprendo la strada al doping e rovinando la bellezza di questo sport e ciò mi rattrista perché mi è sempre piaciuto molto andare allo stadio con la mia famiglia e con i miei amici. Entrare a San Siro è sempre stato per me molto emozionante, soprattutto di sera, quando il Meazza si accende con le sue luci e le sue coreografie. Grandi campioni continuano ad essere modello ed esempio per generazioni di giovani che si avvicinano a questo sport. Io da piccolo ho cominciato a giocare nella squadra di Zanetti, che rappresentava e continua a rappresentare per me , un idolo assoluto.

Andrea Panzera 3 LST

IL RAZZISMO IERI E OGGI

 

Una problematica che esiste da decenni, ma che sta emergendo particolarmente in questi giorni è  quella del razzismo.

Questa ideologia che divide la popolazione umana in razze di diverso ordine sociale nacque nel XIX secolo, quando cominciò a diffondersi il mito della razza ariana, anche se cominciarono a formarsi comportamenti e teorie di questo tipo già secoli prima. Infatti se ne ebbe un primo assaggio nel Medioevo, quando i sovrani cristiani vollero impadronirsi dei beni dei banchieri ebrei.

Qualche tempo dopo, nel XVI secolo, Spagna e Portogallo cominciarono ad impiegare schiavi Africani per le loro colonie, così si creò il commercio triangolare di schiavi, che consisteva nella compravendita di schiavi neri che venivano mandati a lavorare nelle piantagioni di cotone e mais in America, in cambio di prodotti come lo zucchero di canna che venivano portati in Europa. Questo fu in assoluto il peggior esempio di segregazione razziale avutosi nella storia, si stima che a causa della tratta atlantica morirono circa quattro milioni di africani; tale fenomeno viene chiamato dagli africani e afroamericani “black holocaust” o “olocausto africano”.

Più in generale, questa discriminazione razziale assunse un’importanza politica agli inizi dell’Ottocento. È  in questo periodo infatti che Joseph Arthur de Gobineau, per giustificare i privilegi dell’aristocrazia bianca, inventò il mito della razza ariana, diventato poi famoso grazie alla figura di Adolf Hitler, che nella Seconda Guerra mondiale se ne impadronì per sterminare milioni di ebrei.

Tuttavia, nonostante ci consideriamo in un’epoca contemporanea, dove certe mentalità sono superate e considerate “antiche”, nuovi eventi dimostrano che ciò non è vero per tutti. Ciò che ha fatto scaturire la scintilla in questi mesi è stata la morte ingiusta di George Floyd, un cittadino afroamericano ucciso durante un arresto da un agente di polizia, dopo che l’ultimo gli aveva tenuto schiacciato il collo con il ginocchio. A seguito ci sono state numerose manifestazioni, iniziate da Minneapolis e diffuse in oltre 2000 città americane e centinaia di città europee.

Il problema, che non è mai sparito, è quindi tornato di moda, e ciò fa pensare. Le domande che sorgono spontanee sono: come fanno certe persone ad avere una mentalità così arretrata? Cesserà mai questo modo di pensare? Quanti danni possono ancora accadere? Il fatto angosciante purtroppo è che non possiamo rispondere a tali quesiti.

Il razzismo è una brutta macchia sulle pagine della nostra storia.

Ci sono state, però, persone che hanno provato e hanno dimostrato che si può fare qualcosa per cambiare la società, e tali persone hanno agito in diversi ambiti: dal punto di vista politico non possiamo non citare Nelson Mandela, nella vita di tutti i giorni ha operato Rosa Parks, nello sport è spiccato Jessie Owens, nella religione abbiamo Martin Luther King e decine e decine di altri personaggi storici.

Il razzismo è un problema evidente e sono ancora troppo poche le persone che se ne sono preoccupate realmente e noi non possiamo non prendere esempio da queste grandi figure  per provare a mettere la parola “FINE” a questo concetto di civiltà (sub-)umana che ha operato per troppo tempo.

 

Matteo Pasolini, 3’ LS

“Coca, oppiacei e metanfetamine i nuovo mix dei giovani”

Questo è il titolo della terza pagina del corriere della sera dell’11 luglio 2020. 1281 minori denunciati nel 2019 per droga e 36 morti sempre sotto i 18 anni.

Nella difficile situazione in cui si trovano certi giovani, un ulteriore problema nasce dal fatto che il costo di alcune sostanze stupefacenti che vengono da questi acquistate non è  particolarmente elevato, così da permetterne un più facile uso anche a ragazzini appena quattordicenni.

Si tratta di un grave problema sociale, dato che risulta anche un uso, da parte di adolescenti, di sostante pesanti,  come per esempio  la cocaina e l’eroina. Tali droghe hanno causato un aumento dei decessi giovanili dell’11%.

Le cause che inducono un adolescente a farne uso possono essere varie, dai problemi con famigliari o amici a problemi personali per i quali non riescono a trovare una soluzione saggia e sana e sono portati, quindi, alla soluzione più drastica. Purtroppo  il “mercato” offre anche sostanze sintetiche molto pericolose e di conseguenza i giovani, già affetti da una dipendenza, le provano, senza, tuttavia conoscerne le vere possibili conseguenze, tra cui, spesso, la morte immediata.

Le cause dell’assunzione di stupefacenti potrebbero, talvolta, anche individuarsi nella difficoltà degli stessi giovani ad affrontare la vita, le relazioni, le paure e sentimenti negativi e, in tali casi, solo la presenza e l’aiuto di adulti competenti, sia fuori che nell’ambito famigliare, possono risolvere questi problemi che affliggono parte della gioventù. Peraltro, spesso risulta proprio l’assenza dei genitori a indurre certi ragazzini ad entrare nel mondo delle droghe, forse anche proprio per sorvolare e non pensare alla situazione in cui  si trovano.

Una possibile soluzione per contrastare il diffondersi delle droghe tra giovani potrebbe anche essere quella di aumentare notevolmente il prezzo delle sostanze, così da provare ad escludere i giovani da questo ambiente o, almeno, provare a diminuirne l’assunzione.

D’altra parte, purtroppo, ci sarà sempre qualcuno che, di fronte al potere dei soldi, non  avrà alcuno scrupolo ad approfittare delle debolezze di alcuni adolescenti, talvolta del tutto indifesi.

Riccardo Pisoni 3’LST

IL RAZZISMO OGGI

Fino a qualche anno fa il fenomeno del razzismo sembrava poco diffuso e comportamenti violenti o scorretti verso persone appartenenti ad etnie diversi erano meno frequenti. Oggi invece in Italia e nel mondo accadono spesso eventi razzisti e questo accade perché molte persone hanno dei pregiudizi verso coloro che hanno caratteristiche fisiche diverse dalle proprie.Il razzismo porta a sentirsi minacciati da chi è “diverso”, è una paura immotivata che può nascere in diverse situazioni. A volte mi chiedo perché accadono questi fatti, probabilmente nella nostra società abbiamo paura di chi ha un colore di pelle diverso dal nostro ed è un immigrato. Questo accade anche a causa delle idee spesso errate che alcune famiglie trasmettono ai ragazzi, infatti un bambino solitamente accetta di giocare e di stare in compagnia di tutti. Sono gli adulti che tendono a fargli notare la diversità negli altri iniziando a infondere un sentimento o un comportamento razzista. Allo stesso tempo per me il razzismo viene anche aumentato dalle notizie che diffondono i media; la gente infatti spesso dice che gli immigrati rubano il lavoro, che sono tantissimi, che ci stanno invadendo, che sono tutti criminali. Ma queste informazioni se confrontate con dati e statistiche ufficiali, la maggior parte delle volte non sono vere. Il razzismo si può manifestare anche in momenti di vita quotidiana quando può succedere di vedere trattare male gli immigrati sugli autobus, tram o metro. Spesso negli ultimi anni si sono verificati cori razziali allo stadio da parte dei tifosi verso giocatori di colore anche con gesti brutti.Il razzismo avviene anche verso le persone che hanno disabilità fisiche, aspetto esteriore non magro e anche verso le persone omosessuali, che vengono derise e in alcuni casi anche picchiate.Io penso che bisognerebbe iniziare a parlare di tolleranza e rispetto verso chi è “diverso” anche all’interno della scuola che può educare i futuri ragazzi a comprendere in modo positivo le diversità di ogni persona.Credo che bisogna cercare di cambiare la mentalità pensando agli altri come a delle persone che possono insegnarci e portarci esperienze positive anche se appartengono a popolazioni diverse, hanno disturbi fisici oppure orientamenti sessuali differenti. Io conosco anche ragazzi di altre etnie o religioni e mi sono accorto che abbiamo in comune tanti interessi e tanti sogni per il nostro futuro.

Davide Rossi 3’LST

Riflessioni sull’obesità e l’anoressia

Il cibo in questi anni è un tema molto sentito soprattutto dagli adolescenti come me, spesso infatti ci si basa sull’aspetto fisico per essere accettati dagli altri ma, nonostante ciò, molti ragazzi sono anoressici o obesi. L’alimentazione è un discorso molto sentito da noi giovani sportivi, essa è alla base del miglioramento e anche di un buon fisico utile anche per la preparazione atletica. In Italia, come in tutti i paesi dell’occidente, da una parte vengono buttate via tonnellate di cibo che potrebbero essere utilizzate per salvare centinaia di migliaia di vite umane, dall’altra il fenomeno dell’obesità è in continuo aumento come i disturbi alimentari che portano all’anoressia.L’obesità è il fenomeno più evidente segno di una cattiva educazione alimentare; quante volte ci siamo detti che dobbiamo metterci a dieta o che dobbiamo dimagrire, penso che tutti almeno una volta nella vita l’abbiano detto. Io da quando seguo una nutrizione corretta mangio più del doppio di quanto mangiassi prima, solo che adesso mangio molto meglio e più distribuito durante la giornata. L’anoressia invece è un problema che si presenta in maniera meno evidente perché il dimagrimento è progressivo e chi ne è colpito tende a nascondere il suo problema. L’anoressia può portare alla bulimia che è un comportamento tenuto da quelle persone che non riescono a trattenersi dal mangiare moltissimo e senza freno. L’anoressia sembra un comportamento opposto ma che a volte si presenta con dei veri e propri digiuni alternati ad abbuffate che poi portano la persona a provocarsi il vomito di nascosto. Questi comportamenti non sono per niente da sottovalutare dato che molte ragazze sono affette da questo problema che porta a disagi fisici e psicologici molto seri e difficili da curare. Alcuni dati dicono che circa il 90% delle persone affette da anoressia sono le ragazze tra i 15 e i 25 anni perché, a parer mio, sono quelle che si fanno più problemi sull’aspetto fisico. Io personalmente ho sentito storie di ragazze di 16 anni che hanno smesso di mangiare per dimagrire oltre dieci chili, dopodiché hanno avuto bisogno di essere ricoverate in cliniche specializzate per il recupero delle persone anoressiche.Oltre alle conseguenze sulla salute, l’obesità e l’anoressia hanno un’influenza negativa sulla relazione con gli altri. Le persone che non accettano il proprio corpo si sentono giudicate non normali e spesso sono colpite da bullismo o vengono escluse da certe attività come quelle sportive. Anche se io credo che lo sport possa invece aiutarle a trovare un equilibrio e riconquistare sia la forma fisica che il benessere psicologico, senza i quali non si può stare bene con gli altri.Se dovessi dare un consiglio ai giovani della mia età che per caso si trovassero nelle condizioni di rischio obesità o anoressia, cercherei di convincerli che non bisogna seguire modelli sbagliati, che una buona attività fisica e un aiuto del nutrizionista è utile per ritrovare un buon equilibrio. Infine ritengo importante che ognuno pensi con la propria testa e non si faccia influenzare da modelli sbagliati. Stare bene con se stessi è una conquista che consente di stare bene con gli altri, scegliere le persone “giuste” ed essere disponibili a lottare per raggiungere dei risultati consente anche di trovare amicizie vere, rispettose e incoraggianti.

Giosuè Badolato 3 LST

Gatti: sono davvero poco affettuosi?

Spesso si sente dire che adottare un gatto come animale domestico non darebbe soddisfazione perché poco affettuoso, non affezionato al padrone e che spesso combina guai, ma è davvero così? Ogni micio ha un diverso carattere e temperamento, proprio come noi umani e proprio per questo non si può basare la propria opinione su questo simpatico amico a quattro zampe su una diceria come questa.Sono sicuramente degli animali indipendenti e non troppo bisognosi di cure, ciò li rende perfetti per chi vuole compagnia in casa ma senza avere troppe responsabilità e senza dover dedicare parti delle proprie giornate ai bisogni primari del proprio animale, anche sotto alla pioggia e alla neve. Nonostante siano tendenzialmente indipendenti, hanno molto bisogno di affetto e di coccole, dipende poi dal temperamento e dalla storia precedente all’adozione di ogni micio la frequenza con cui vi sarà richiesta la totale attenzione e tutto l’amore di cui disponete. Amano dormire nei posti e nelle posizioni più strane ma tutto questo li renderà solo più carini e tutti da mangiare ai vostri occhi. Nonostante siano animali abbastanza sedentari, adorano seguire con lo sguardo lucine led, rincorrere zanzare (può tornare utile in estate), cercare di acchiappare qualsiasi filo che trovano e correre per tutta la casa portando un po’ di felicità. La gioia potrebbe moltiplicarsi nel momento in cui decideste di adottare due fratellini o comunque due mici che potrebbero tenersi compagnia a vicenda rincorrendosi e giocando tra di loro.Vi si scioglierà il cuore quando sentirete le vibrazioni del loro piccolo ventre causate dalle fusa che emetteranno per dimostrarvi quanto sia stato comodo nella metà del vostro letto di cui si è appropriato nella notte precedente.Al vostro amico a quattro zampe basterà qualche scatoletta di pesce, qualche crocchetta e un posto comodo in cui accoccolarsi per essere innamorati di voi al 100%.

Antonella Noviello, 3’ LSA

L’amicizia

Sembrerebbe una scelta poco originale, ma a costo di sembrare scontato prendo il rischio di parlare di amicizia, perché in fondo gli amici sono persone che ti vogliono bene e che ti stanno accanto, anche se non sempre ci possiamo fidare di loro. L’amico é colui che ti rimane sempre vicino , che ti apprezza per ciò che sei e non ti esclude mai. Purtroppo l’amicizia non sempre é ricambiata; capita a volte di ritenere amico qualcuno che però parla male di te alle spalle o non ti apprezza per ciò che sei. Secondo me il vero amico è una persona sempre disponibile, che anche se ti conosce da poco, sa starti accanto. Certe volte c’è bisogno di costruire le amicizie e sapersi comportare in modo adeguato ai differenti interlocutori, giacché gli amici non sono tutti uguali e i rapporti cambiano in base all’atteggiamento che una persona può avere nei tuoi confronti. Nell’amicizia é fondamentale la reciprocità e ciò la rende tendenzialmente selettiva. É fondamentale anche valutare le frequentazioni dei nostri amici per capire con chi probabilmente si entrerà in contatto, secondo il famoso detto “gli amici dei miei amici sono miei amici”, cercando di evitare di intraprendere amicizie potenzialmente dannose, come quelle con ragazzi che ignorano le leggi e si sentono più grandi o superiori degli altri. In conclusione possiamo dire che un amico é una persona che conosci da tempo, ti vuole bene , ti apprezza per quello che sei e farebbe tutto per te. Un esempio per tutti noi è Willy, ragazzo morto per proteggere l’amico da bulli che poi è stato atrocemente massacrato e che è il vero motivo per cui ho scelto di scrivere sull’amicizia.

Domenico Manzari, 3’ LS

Riflessioni sulla morte

La morte è forse la più grande incognita della vita.

Da che ne si ha memoria, da che ne si ha testimonianze, l’uomo si è posto molte domande.

La paura della morte ha creato miti e leggende di cui ne abbiamo testimonianze sin dai Sumeri e gli Egizi.

Le religioni hanno creato l’aldilà, il paradiso, l’inferno fino alla reincarnazione.

Ci sono esseri umani che vivono correttamente solo per la paura di andare all’inferno, o alcuni che si redimono un attimo prima di morire, altri ancora come i kamikaze trovano la morte un grande gesto di coraggio verso il loro credo.

La morte è usata da alcuni come via di fuga dalla realtà, dai problemi o come atto di codardia… e poi ci sono i giovani.

Dopo la seconda guerra mondiale con la rinascita del benessere e della vita agiata i giovani hanno sempre sfidato la morte, dalle prime sfide in macchina negli anni 50, all’uso delle droghe negli anni 70.

Fa parte dell’essere giovani l’inconsapevolezza della morte.

Solo se per sfortuna da giovani si ha a che fare con la morte di amici o parenti stretti ci si rende conto che siamo umani e mortali.

Questa sofferenza ci insegna ad avere più rispetto e attenzione in ogni gesto quotidiano.

A volte mi capita di sentire come insulto pesante o scherzo l’affermazione: “muori”.

Avendo perso recentemente mio padre, mi piacerebbe che i miei coetanei pensassero prima di parlare… non bisognerebbe augurarla nemmeno al peggior nemico.

Amiamoci di più…. lunga vita a tutti!

Andrea Alemanno 2 LSU

Come combattere lo stress: Yoga la più antica forma di rilassamento

Lo stress ti stress? Non preoccuparti, so bene come ti senti.

Lo stress è uno dei maggiori problemi dei nostri tempi.

Non importa che tipo di vita conduciamo o che attività svolgiamo, prima o poi tutti noi ci ritroveremo a combatterlo.

 

Dal momento che spesso le cause che fanno insorgere lo stress non sono facili da modificare, possiamo solo cambiare il nostro modo di reagire, cioè combattendo lo stress efficacemente.

 

“Il problema non è il problema,il problema è il nostro modo di porsi al problema”

Cit. Jack Sparrow (film. Pirati dei Caraibi)

 

 

Numerosi studi ed esperimenti hanno dimostrato che lo yoga è uno dei modi più efficienti per combattere lo stress.

Grazie alla sua respirazione e alle posizioni che si eseguono durante la pratica, il corpo e la mente si rilassano incredibilmente e così lo stress lascia il posto ad una stupenda sensazione di tranquillità.

 

In questo articolo ti parlerò di come lo yoga può combattere lo stress e di quali sono i migliori esercizi che puoi fare ogni volta che ti senti stressato.

Sei pronto a dire addio allo stress ogni volta che si presenta?

Bene, allora buona lettura!

 

 

FASE 1: Trovati uno spazio, il TUO spazio.

Un luogo dove nessuno ti deve disturbare.

Se sei una persona calorosa ti consiglio uno spazio aperto, magari un giardino o un parco…oppure una terrazza.

Se invece sei una persona freddolosa potresti optare per un salotto, la tua camera o uno spazio chiuso.

 

Hai trovato il luogo adatto o ci stai ancora pensando?

Beh, hai tutto il tempo che vuoi, pensaci pure con calma.

 

FASE 2: Crealo tuo.

Come ho appena detto è il tuo luogo.

Cerca di renderlo ancora più accogliente.

Per rilassarti prima di tutto ti dovrai sentire a tuo agio.

Se preferisci un’atmosfera calda, apri la finestra, lascia passare i raggi del sole, ascolta i rumori della tua città.

Se è sera accendi la luce e metti qualche canzone rilassante.

 

Se invece preferisci gli ambienti più intensi, accendi qualche candela (stai attento a non bruciarti) o un incenso ed inizia a respirare e sentire dentro di te gli odori del fuoco, dell’incenso, dell’aria intorno a te.

 

 

FASE 3: Siediti o sdraiati per terra, per fare questi esercizi non ti servirà un tappetino (a meno che tu non abbia esigenze particolari).

Chiudi gli occhi, stendi le mani lungo i fianchi, comincia a toccare il pavimento.

Respira.

Lascia che l’aria ti entri dentro ai polmoni, prova a respirare con la pancia.

Buttala fuori con la bocca.

 

 

FASE 4: Quando sei pronto stendi le gambe e cerca di prenderti i piedi.

Non importa se non ci riesci, cerca di fare del tuo meglio.

 

Chiudi gli occhi e continua a respirare.

Mantieni la posizione per 10 secondi.

 

Bene, ora prova a fare la posizione del cane a testa in giù:

Questa è una posizione che allunga tutti i muscoli interessati di oggi.

Se riesci, senza staccare la mani da terra prova a fare il serpente:

 

Ti senti a tuo agio?

Siediti a gambe incrociate.

Pensi di essere pronto ad iniziare?

Perfetto! Continuiamo!

 

FASE 5: Ora cominciamo con le posizioni più efficaci per lo stress.

La prima che voglio farti fare è quella più semplice: la posizione del bambino…ne esistono due versioni e puoi fare quella che preferisci.

 

 

 

Io consiglio sempre di mettere le braccia davanti al corpo per avere una sensazione di maggior libertà, ma questa cosa è soggettiva.

 

Per continuare sdraiati a pancia in su e prenditi i piedi.

Stai facendo il “bambino felice”

Ricorda di continuare a respirare.

 

 

FASE 6: conclusione.

In media questo lavoro non dovrebbe occuparti più di 30/40 minuti.

Per concludere la seduta siediti e con i palmi rivolti verso l’alto fai 3 respiri profondi.

Come ti senti?

Ti è piaciuto?

Puoi farlo tutte le volte che vuoi, se sei alle prime armi ti consiglio di non esagerare.

Queste erano le 5 posizioni anti-stress per essere più sereni.

Spero che tu ti sia divertito, ti auguro molta pace.

Alla prossima

 

Rossato Francesca 2 LSU