IL RAZZISMO IERI E OGGI

 

Una problematica che esiste da decenni, ma che sta emergendo particolarmente in questi giorni è  quella del razzismo.

Questa ideologia che divide la popolazione umana in razze di diverso ordine sociale nacque nel XIX secolo, quando cominciò a diffondersi il mito della razza ariana, anche se cominciarono a formarsi comportamenti e teorie di questo tipo già secoli prima. Infatti se ne ebbe un primo assaggio nel Medioevo, quando i sovrani cristiani vollero impadronirsi dei beni dei banchieri ebrei.

Qualche tempo dopo, nel XVI secolo, Spagna e Portogallo cominciarono ad impiegare schiavi Africani per le loro colonie, così si creò il commercio triangolare di schiavi, che consisteva nella compravendita di schiavi neri che venivano mandati a lavorare nelle piantagioni di cotone e mais in America, in cambio di prodotti come lo zucchero di canna che venivano portati in Europa. Questo fu in assoluto il peggior esempio di segregazione razziale avutosi nella storia, si stima che a causa della tratta atlantica morirono circa quattro milioni di africani; tale fenomeno viene chiamato dagli africani e afroamericani “black holocaust” o “olocausto africano”.

Più in generale, questa discriminazione razziale assunse un’importanza politica agli inizi dell’Ottocento. È  in questo periodo infatti che Joseph Arthur de Gobineau, per giustificare i privilegi dell’aristocrazia bianca, inventò il mito della razza ariana, diventato poi famoso grazie alla figura di Adolf Hitler, che nella Seconda Guerra mondiale se ne impadronì per sterminare milioni di ebrei.

Tuttavia, nonostante ci consideriamo in un’epoca contemporanea, dove certe mentalità sono superate e considerate “antiche”, nuovi eventi dimostrano che ciò non è vero per tutti. Ciò che ha fatto scaturire la scintilla in questi mesi è stata la morte ingiusta di George Floyd, un cittadino afroamericano ucciso durante un arresto da un agente di polizia, dopo che l’ultimo gli aveva tenuto schiacciato il collo con il ginocchio. A seguito ci sono state numerose manifestazioni, iniziate da Minneapolis e diffuse in oltre 2000 città americane e centinaia di città europee.

Il problema, che non è mai sparito, è quindi tornato di moda, e ciò fa pensare. Le domande che sorgono spontanee sono: come fanno certe persone ad avere una mentalità così arretrata? Cesserà mai questo modo di pensare? Quanti danni possono ancora accadere? Il fatto angosciante purtroppo è che non possiamo rispondere a tali quesiti.

Il razzismo è una brutta macchia sulle pagine della nostra storia.

Ci sono state, però, persone che hanno provato e hanno dimostrato che si può fare qualcosa per cambiare la società, e tali persone hanno agito in diversi ambiti: dal punto di vista politico non possiamo non citare Nelson Mandela, nella vita di tutti i giorni ha operato Rosa Parks, nello sport è spiccato Jessie Owens, nella religione abbiamo Martin Luther King e decine e decine di altri personaggi storici.

Il razzismo è un problema evidente e sono ancora troppo poche le persone che se ne sono preoccupate realmente e noi non possiamo non prendere esempio da queste grandi figure  per provare a mettere la parola “FINE” a questo concetto di civiltà (sub-)umana che ha operato per troppo tempo.

 

Matteo Pasolini, 3’ LS