Riflessioni sulla morte

La morte è forse la più grande incognita della vita.

Da che ne si ha memoria, da che ne si ha testimonianze, l’uomo si è posto molte domande.

La paura della morte ha creato miti e leggende di cui ne abbiamo testimonianze sin dai Sumeri e gli Egizi.

Le religioni hanno creato l’aldilà, il paradiso, l’inferno fino alla reincarnazione.

Ci sono esseri umani che vivono correttamente solo per la paura di andare all’inferno, o alcuni che si redimono un attimo prima di morire, altri ancora come i kamikaze trovano la morte un grande gesto di coraggio verso il loro credo.

La morte è usata da alcuni come via di fuga dalla realtà, dai problemi o come atto di codardia… e poi ci sono i giovani.

Dopo la seconda guerra mondiale con la rinascita del benessere e della vita agiata i giovani hanno sempre sfidato la morte, dalle prime sfide in macchina negli anni 50, all’uso delle droghe negli anni 70.

Fa parte dell’essere giovani l’inconsapevolezza della morte.

Solo se per sfortuna da giovani si ha a che fare con la morte di amici o parenti stretti ci si rende conto che siamo umani e mortali.

Questa sofferenza ci insegna ad avere più rispetto e attenzione in ogni gesto quotidiano.

A volte mi capita di sentire come insulto pesante o scherzo l’affermazione: “muori”.

Avendo perso recentemente mio padre, mi piacerebbe che i miei coetanei pensassero prima di parlare… non bisognerebbe augurarla nemmeno al peggior nemico.

Amiamoci di più…. lunga vita a tutti!

Andrea Alemanno 2 LSU